Gamma fienagione Fendt: fattore esperienza

Gamma fienagione Fendt: fattore esperienza

L’11 novembre 1918, nel vagone di un treno fermo nel bosco francese di Compiègne, fu firmato l’armistizio che metteva fine alla Prima Guerra Mondiale. Oltre quattro anni di battaglia lasciarono da quel momento il posto a un lento processo di ricostruzione che impattava su un Continente europeo provato e sfibrato da un conflitto cruento che aveva causato milioni di morti. Un’intera generazione di giovani fu in effetti quasi completamente persa, provocando nella sua drammaticità anche una carenza di manodopera cui l’agricoltura fu costretta a rispondere con un forte incremento della domanda di macchine.

Fu in tale contesto socio-economico che proprio nel 1918 Josef Hackl e Albert Löffler fondarono a Feucht, nei pressi Norimberga nel Sud della Germania, la società Bayerischen Eggenfabrik, dedita alla produzione di attrezzature agricole, una realtà evolutasi nei decenni successivi e specializzatasi dal 1980 nella progettazione e nello sviluppo di macchine per la fienagione, quelle stesse che nel tempo resero l’insediamento un vero e proprio centro di eccellenza tecnologico.

Gamma fienagione Fendt: fattore esperienza

Non fu un caso dunque se nel 2011 Agco guardò proprio verso Feucht per dar seguito a una propria gamma di attrezzature da fienagione oggi distribuite a marchio Fendt dando luogo a un’acquisizione che non si limitò a proporsi quale mero investimento, ma segnò per il complesso bavarese un ulteriore step evolutivo teso a farlo diventare un punto di riferimento ingegneristico e produttivo di settore. Le falciatrici, i voltafieno e i ranghinatori Fendt sono in effetti oggi commercializzati in oltre 120 Paesi e ciò grazie a un programma di investimenti mirati all’ampliamento e all’ammodernamento delle strutture con l’obiettivo di aumentarne e ottimizzarne la capacità produttiva. Un percorso iniziato nel 2018 con la costruzione di un nuovo capannone di 18 mila metri quadrati di superficie, 12 mila dei quali destinati a ospitare le linee di montaggio, e proseguito l’anno successivo con uno stanziamento di venti milioni di euro per l’ottimizzazione dei processi di assemblaggio, verniciatura e logistica. Fra le note salienti del processo produttivo l’omogeneizzazione dei giunti mediante saldatura robotizzata, mentre la verniciatura ha visto il miglioramento dell’adesione delle vernici con uno speciale primer e l’aumento della resistenza ai raggi ultravioletti. A livello logistico va invece citata l’entrata in funzione lo scorso anno di un nuovo centro spedizioni volto a garantire standard di consegna più efficienti. Un’evoluzione a 360 gradi quindi, che ha accompagnato passo dopo passo il contemporaneo sviluppo di nuove linee di prodotto le più attuali delle quali sono rappresentate dalle falciatici combinate serie “Slicer 960/1010” e dai ranghinatori serie “Former C”, attrezzature a cui sono dedicati specifici box in queste pagine unitamente alle restanti macchine da fienagione Fendt e ai recenti trattori serie “600 Vario” che per prestazioni e struttura ben si prestano a fungere da ideali vettori per affrontare i cicli operativi in ambito foraggero.

Effetto combinato

Orientate in particolare alle grandi aziende e alle realtà operanti in conto terzi, le nuove falciatrici combinate serie “Slicer 960/1010” si propongono in 12 differenti modelli che mirano a garantire quelle performance operative indispensabili per non pagare dazio in termini di quantità e di qualità del prodotto sfalciato nelle ormai sempre più brevi finestre di raccolta indotte dalle condizioni di instabilità meteorologica. Ciò indipendentemente sia dai fronti operativi, compresi tra nove metri e 30 e i nove metri e 60 centimetri per le “Slicer 960” e tra i nove metri e 80 e i dieci metri e dieci centimetri per le “Slicer 1010”, sia dalla versione scelta tra le tre proposte a listino, con la base che offre tutti i contenuti tecnici tipici delle falciatrici Fendt modulandoli con la possibilità di scegliere tra condizionamento a flagelli o a rulli. La seconda, denominata “Pro”, permette invece l’automazione di specifiche funzioni operative tramite il protocollo isobus in modo da semplificare e velocizzare le attività di sfalcio, mentre la terza, denominata “B”, affianca ai contenuti base e all’automazione gestibile via isobus anche nastri trasportatori integranti il sistema di spostamento laterale “BeMove” che permette di regolare in continuo la larghezza dell’andana e la velocità di lavoro dei nastri trasportatori realizzando larghezze di prodotto a terra comprese un metro e 60 centimetri e tre metri.

Comune all’intera serie “Slicer 960/1010” invece la presenza di barre falcianti “Streamline” operanti sulla base di trasmissioni a ingranaggi cilindrici e di dischi di grandi dimensioni che nel loro insieme assicurano i massimi standard operativi in ogni condizione di lavoro. Ciò complici anche le elevate proprietà di scorrimento della struttura dell’attrezzatura sui piani di campagna che permettono alle falciatrici di lavorare costantemente alla giusta altezza di sfalcio, fra i cinque e i sette centimetri, indipendentemente dalla conformazione del terreno. L’adattamento dell’attrezzatura a quest’ultimo, così come la salvaguardia del manto erboso e la minimizzazione dei rischi di contaminazione del foraggio, è peraltro gestito dal sistema “TurboLift” che consente di impostare la pressione desiderata prima di iniziare il taglio, modulandola poi in qualsiasi momento durante il funzionamento.

Così configurate, le attrezzature assicurano dunque una massimizzazione dei cicli colturali che concorre a renderli meno onerosi, dote cui guarda anche la presenza di organi di taglio delle barre azionati da ingranaggi cilindrici operanti sia a 850 sia a mille giri al minuto, con la prima velocità che permette di utilizzare la modalità “Eco” nello sfalcio di foraggi in ricrescita, quindi dalla consistenza minore, mentre la seconda si orienta maggiormente al trattamento di masse vegetali più consistenti. A garantire la costante qualità di taglio sono invece preposti dischi falcianti che ricevono il moto rotazionale da pignoni di trasmissione disposti in fila e caratterizzati da grandi dimensioni, soluzione che di fatto prevede un’applicazione della forza diretta sul primo disco falciante, i cui ingranaggi, rettificati e temprati, la trasmettono poi al disco successivo sfruttando una sovrapposizione dei denti pari a tre punti e mezzo di contatto.

Gamma fienagione Fendt: andane pulite e omogenee

È un nuovo modello di ranghinatore della serie “Former C” [SU1] la macchina numero 25 mila uscita dallo stabilimento bavarese di Feucht. Caratterizzati da elevate velocità di lavoro, i nuovi “Former C” offrono sei modelli con larghezze operative che spaziano da sei metri e 90 centimetri a dieci metri e realizzano andane centrali pulite e di forma regolare, quindi ideali per la successiva raccolta, sia che questa venga effettuata tramite rotopresse o grandi presse quadre, sia che si impieghino trincia semoventi o carri foraggeri. Amministrate tramite protocolli isobus, le due giranti dei “Former C” possono contare su un robusto doppio braccio oscillante e sul sistema di sterzo brevettato “SteerGuard” che ne agevola la gestione anche in appezzamenti irregolari o in pendenza.

Fanno tutto da sole

Sempre nel segmento fienagione, un’altra novità proposta dai Verdi tedeschi è l’ampliamento dell’offerta di funzionalità e optional comfort per tutti i modelli delle rotoimballatrici “Rotana” a camera fissa o variabile. Fra le novità il portellone posteriore più veloce che permette di incrementare la produttività da due a quattro balle/ora, le funzioni “Auto Profi” selezionabili anche singolarmente e i kit antiusura per la camera di pressatura in optional.

Prevista anche la condivisione di tutti gli optional più richiesti su tutti i modelli, con o senza rotore di taglio e più puntuale il controllo della densità finale desiderata della balla, a cui segue una affidabile legatura a rete che avvolge le balle fino al bordo. Facili anche le manutenzioni, grazie alle aperture laterali completamente apribili che offrono la massima accessibilità ai punti di controllo. Inoltre, una pompa di lubrificazione dotata di serbatoio per il grasso rifornisce automaticamente i cuscinetti della pressa, permettendole di operare per più giorni senza necessità di rabbocchi. Infine, anche il comfort dell’operatore è stato migliorato. La pressa opera infatti tramite sistemi “Tim”, “Tractor implement management”, che arrestano automaticamente il trattore una volta che la balla sia stata completata.

Contenuti da alti di gamma

I nuovi trattori Fendt serie “600 Vario” si propongono con tutti i contenuti e le tecnologie che hanno resto famoso nel Mondo il marchio tedesco. A partire dall’ormai mitica trasmissione a variazione continua “VarioDrive” che connota le macchine semoventi Fendt di serie superiore per arrivare a quei contenuti digitali che rendono le macchine pressoché autonome in fase di lavoro oltre che connesse in tempo reale con le direzioni tecniche aziendali. Fra tali plus si inseriscono però altre peculiarità tecnologiche che rendono quanto mai esclusivi i “600 Vario”, sia nei confronti della concorrenza sia all’interno della stessa offerta Fendt. In primis i motori a quattro cilindri Agco Power serie “Core 50” da cinque litri di cubatura progettati specificatamente per uso agricolo e operanti in termini di bassa velocità, fra gli 800 e i mille e 900 giri/minuto.

Gamma fienagione Fendt

Al loro esordio proprio sui “600 Vario”, sono equipaggiati con sistemi di sovralimentazione a controllo elettronico, punterie idrauliche e impianti common rail operanti a due mila e 500 bar che grazie a uno specifico software di gestione mettono a disposizione su tutti i modelli 15 cavalli di potenza extra rispetto a quelle nominali per far fronte agli assorbimenti indotti dalle utenze di bordo, così da evitare che gli stessi vadano a penalizzare le prestazioni rese disponibili per il lavoro. I motori si abbinano inoltre a una trasmissione “VarioDrive” operante sugli assali mediante motori idraulici dedicati che una centralina provvede ad attivare in funzione dell’aderenza dei pneumatici al terreno. Di fatto un sistema di trazione integrale intelligente che concorre a minimizzare i consumi, alla durata dei pneumatici e alla tutela dei suoli, obiettivo quest’ultimo perseguito da Fendt anche mediante una progettazione tesa a ridurre le masse a vuoto dei trattori senza che ciò ne penalizzi le capacità di carico.

Da segnalare sempre in tema di powertrain la possibilità di viaggiare su strada a 50 chilometri/ora a soli mille e 300 giri/motore e il disaccoppiamento automatico del motore idraulico anteriore quando si superano i 25 chilometri/ora così da enfatizzare le capacità di traino. L’impianto frenante è inoltre di tipo integrale a doppio circuito, l’assale anteriore è sospeso e pilotato per via elettronica, lo sterzo “Fendt Reaction” modula le sue risposte in base alla velocità di marcia mentre il sistema di gonfiaggio/sgonfiaggio dei pneumatici “VarioGrip” permette di adeguare le pressioni in essere alle attività in corso e alla tipologia di fondo su cui si opera contribuendo a un risparmio del combustibile che in alcune situazioni può anche essere dell’otto per cento. Agli elevati standard operativi dei Fendt “600 Vario” concorre inoltre anche un’idraulica load sensing che può mettere a disposizione fino a 205 litri di olio/minuto mentre ad assicurare la possibilità di un utilizzo “H24” del trattore guarda la cabina “VisionPlus”, disponibile in con due diversi sistemi di sospensione. Di serie è previsto quello pneumatico con due cuscinetti conici davanti, asta Panhard e due elementi pneumatici dietro mentre è in optional una sospensione pneumatica su tre punti, uno anteriore e due posteriori. Fra le chicche la presenza di telecamere anteriori e posteriori per permettere un controllo visivo diretto sugli attrezzi. Ai Fendt “600 Vario” sarà dedicato un più ampio e dettagliato servizio sui prossimi numeri della rivista.

Titolo: Gamma fienagione Fendt: fattore esperienza

Autore: Redazione


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